Tshare come soluzione di recruiting circolare nell’open innovation
Tshare – metti in circolo i tuoi talenti è il sistema di recruiting circolare ideato e sviluppato da Homo Talent per rispondere al problema sempre più urgente del Mismatching tra domanda e offerta nel mercato del lavoro.
Che cos’è il recruiting circolare?
È un sistema di acquisizione talenti multicanale che prevede un ciclo continuo di approvvigionamento grazie alla costruzione di una rete di imprese che condividono risorse in un’ottica di fiducia e open innovation.
Il recruiting a cui siamo abituati (top-down) è basato sulla tradizionale offerta di lavoro di aziende che cercano personale qualificato per soddisfare le loro esigenze di produttività relative all’aumento del giro d’affari che necessita di forza lavoro per poter essere concretizzato. In un contesto di mercato relativamente stabile e prevedibile, tipico della seconda metà del secolo scorso e basato sulla closed innovation, era possibile pianificare il fabbisogno di risorse umane nel medio-lungo periodo con un certo grado di certezza. Che succede, d’altro canto, se le conoscenze e i talenti cominciano a viaggiare ad una velocità sempre maggiore per via delle reti e dei nuovi modelli disruptive? In poche parole, che succede nella pratica di gestione dei talenti nel passaggio dalla closed innovation all’open innovation in cui il contesto di mercato diventa turbolento e incerto?

Nel solco della transizione da un paradigma all’altro emerge il fenomeno del (digital) mismatching in quanto le imprese, nel tentativo di cavalcare il cambiamento per posizionarsi sul mercato, esprimono esigenze sempre più verticali e stratificate che surclassano i ritmi e le competenze possedute dalle persone che non riescono a stare al passo. Con il risultato di provocare disorientamento da una parte, e scarsità di competenze da cui attingere dall’altra. I motivi sono riconducibili a due fattori principali:
- Metodo di recruiting tradizionale (top-down)
- Mancanza di servizi innovativi di orientamento alla carriera
Il recruiting di stampo tradizionale risulta inadeguato a far fronte agli scenari dell’open innovation in quanto risulta svantaggioso e dispendioso per le imprese da un punto di vista di tempi, di costi e di processi da sostenere. Il tempo di assunzione medio varia dai 10 ai 35 giorni secondo uno studio del capo economista di GlassDoor, il Dr. Andrew Chamberlain. Che succede se dopo aver assunto la risorsa ed aver sostenuto i costi della selezione, improvvisamente, questa decide di andarsene? Magari per accettare offerte meno vantaggiose da un punto di vista economico ma più stimolanti dal punto di vista culturale. Quant’è il costo emotivo per un’azienda che si trova in questa situazione sempre più frequente? Quello che la Great Resignation (le grandi dimissioni volontarie) ci sta insegnando è che le persone, dopo l’esperienza della pandemia, hanno ri-scoperto la voglia di inseguire più i loro sogni e le loro vocazioni che posti di lavoro rassicuranti. Che preferiscono puntare su ambienti di lavoro stimolanti in cui possano cimentarsi in nuove sfide di apprendimento e crescita. Preferibilmente in team eterogenei con obiettivi condivisi.
La mancanza di servizi innovativi di orientamento è l’altra grande causa del mismatching tra talenti e imprese nel nuovo mercato del lavoro. Una vasta offerta formativa nell’ambito digitale, seppur di qualità, non è sufficiente a far incontrare domanda e offerta di lavoro. O perlomeno non è sostenibile ed efficace in un orizzonte temporale di medio-termine. Può “tappare i buchi” nel breve termine, ma risulterà del tutto inadeguata a risolvere problemi di natura complessa come quelli a cui l’open innovation ci sta abituando. Per soddisfare livelli accettabili di employability lungo tutto il corso della carriera, è necessario investire su un mindset (mentalità) che solo un approccio sulle attitudini personali è in grado di fare. Supportato da servizi innovativi di orientamento che non si basano solo sul bagaglio di competenze possedute, bensì sul potenziale inespresso in divenire che possa trovare sbocco.
Il progetto Tshare nasce proprio con l’obiettivo di portare il recruiting nell’era dell’open innovation e risolvere i problemi suddetti.
Tshare consente alle imprese di aprire i propri confini e condividere i talenti con altre imprese per risolvere problemi comuni con strategie nuove.

Il sistema Tshare si basa sul gemellaggio tra imprese simili (Es. startup-startup) che stringono amicizia e si scambiano talenti in un circuito di fiducia, dinamico nei processi e a ciclo continuo. Ogni impresa ha la possibilità di crearsi un proprio Talent Pool in cui far confluire candidati in fase di selezione, ex collaboratori o potenziali tali e scambiare profili professionali (talent card) in base alle esigenze del momento. Il tutto riducendo drasticamente i costi di selezione e condividendo i rischi e le opportunità con le imprese gemellate. La piattaforma è regolata dall’algoritmo di Homo Talent che misura la compatibilità tra le attitudini personali del candidato con le professioni digitali. In tal senso, vuole fornire un supporto ai processi decisionali sia dei candidati sia delle imprese nel fare la scelta più sostenibile in linea con le vocazioni personali e con la carriera professionale.